Se gestisci condomini, hai una probabilità significativa di dover affrontare controversie su canne fumarie nei prossimi mesi. La maggior parte degli amministratori commette errori che costano migliaia di euro al condominio, spesso senza rendersi conto di aver sbagliato fino all’arrivo della citazione in tribunale.
La giurisprudenza è cambiata radicalmente nel 2023, e i contenziosi in questo settore sono aumentati drasticamente negli ultimi due anni. Molti amministratori si trovano impreparati di fronte a nuove responsabilità che possono comportare conseguenze sia civili che penali.
Il Caso che Dovrebbe Far Riflettere
Milano, 2023. Un amministratore riceve diverse lamentele dai condomini riguardo ai fumi e agli odori provenienti da una canna fumaria utilizzata da una pizzeria al piano terra. La situazione diventa tesa, i condomini protestano nelle riunioni, e alla fine l’assemblea vota per la rimozione dell’impianto. L’amministratore, convinto di agire correttamente, procede con l’esecuzione della delibera.
Quello che sembrava un intervento di routine si trasforma però in un incubo legale. Tre mesi dopo, arriva la citazione in tribunale: il proprietario della pizzeria ha dovuto chiudere l’attività, ha perso il contratto di locazione e ora chiede un risarcimento consistente. Il Tribunale gli dà ragione, stabilendo che quella canna fumaria era di proprietà privata e che l’assemblea non aveva alcuna competenza per ordinarne la rimozione.
Il costo finale dell’errore supera i ventimila euro, sommando risarcimento e spese legali. Un errore che sarebbe stato completamente evitabile con dieci minuti di verifica preliminare.
La Realtà che Molti Ignorano
I dati raccolti dai tribunali italiani nel 2024 mostrano una realtà preoccupante: un amministratore su tre si trova ad affrontare controversie legate alle canne fumarie ogni anno. Quello che è ancora più allarmante è che la maggior parte degli amministratori condannati al risarcimento danni non sapeva di aver commesso un errore fino alla notifica della citazione.
La buona notizia è che la stragrande maggioranza di questi errori è completamente evitabile con le conoscenze giuste e un approccio metodico alla gestione di questi impianti.
Il punto cruciale che ogni amministratore deve comprendere è che non tutte le canne fumarie sono uguali dal punto di vista giuridico. La Corte di Cassazione, con le sue pronunce del 2023, ha chiarito definitivamente i confini di competenza, stabilendo principi che cambiano radicalmente l’approccio alla gestione di questi impianti.
Le canne fumarie condominiali sono quelle che servono più appartamenti e fanno parte delle aree comuni dell’edificio. Su queste l’amministratore e l’assemblea hanno pieni poteri: possono deliberare modifiche, riparazioni e interventi vari, con i costi che vengono regolarmente divisi tra tutti i condomini secondo i criteri stabiliti.
Completamente diversa è la situazione delle canne fumarie private, che appartengono in via esclusiva a un singolo condomino e servono solo la sua unità immobiliare. In questi casi, l’assemblea non può assolutamente decidere la rimozione dell’impianto, e ogni delibera in tal senso è da considerarsi nulla. Le conseguenze per l’amministratore che procede comunque possono essere molto gravi, sia dal punto di vista civile che penale.
La distinzione non è sempre immediata e richiede una verifica accurata dei documenti originali dell’edificio e dei progetti depositati presso gli uffici comunali competenti. Non ci si può mai fidare del “sentito dire” o delle supposizioni.
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Gli Errori Più Costosi da Evitare
L’analisi dei casi giudiziari degli ultimi anni evidenzia quattro tipologie di errori che ricorrono con maggiore frequenza e che comportano le conseguenze economiche più severe per amministratori e condomini:
- Autorizzazioni verbali senza valore legale – Accettare dichiarazioni di avvocati o professionisti senza procura scritta
- Credere nell’onnipotenza dell’assemblea – Assumere che l’assemblea possa decidere su qualsiasi questione
- Mancanza di documentazione adeguata – Non riuscire a dimostrare le ragioni delle proprie decisioni
- Improvvisazione nelle decisioni – Prendere decisioni importanti senza consultare esperti qualificati
Il primo errore riguarda l’accettazione di autorizzazioni verbali. Spesso durante le assemblee si presentano avvocati o altri professionisti che dichiarano di rappresentare il proprietario di una canna fumaria e ne autorizzano la rimozione. Senza una procura scritta, però, queste autorizzazioni non hanno alcun valore legale, e l’amministratore che procede comunque si assume gravi responsabilità.
Il secondo errore consiste nel credere che l’assemblea condominiale possa decidere su qualsiasi questione. In realtà, l’assemblea ha competenze precise e limiti ben definiti dalla legge. Una delibera che supera questi limiti è nulla, e l’amministratore che la esegue può essere chiamato a rispondere personalmente dei danni causati.
Il terzo errore è la mancanza di documentazione adeguata. Quando una controversia finisce in tribunale, l’amministratore deve essere in grado di dimostrare le ragioni che l’hanno portato ad agire in un determinato modo. Senza una documentazione completa e accurata, diventa molto difficile sostenere le proprie ragioni davanti al giudice.
Il quarto errore è l’improvvisazione, ovvero il prendere decisioni importanti senza consultare esperti qualificati. I giudici pretendono dagli amministratori un livello di competenza professionale che non ammette scuse del tipo “ho fatto come mi sembrava giusto”.
Il Metodo che Funziona
Gli amministratori più esperti e quelli che non commettono mai errori costosi seguono sempre lo stesso protocollo quando si trovano di fronte a questioni relative alle canne fumarie. Si tratta di un processo semplice ma efficace che richiede complessivamente una decina di minuti ma può far risparmiare migliaia di euro.
Il protocollo prevede quattro fasi essenziali:
- Identificazione – Determinare se si tratta di canna fumaria privata o condominiale
- Verifica competenza – Stabilire se l’amministratore può decidere autonomamente
- Documentazione – Mettere per iscritto valutazioni e motivazioni
- Consultazione esperti – In caso di dubbi, richiedere pareri qualificati
Il primo passo consiste nell’identificare correttamente la natura dell’impianto: si tratta di una canna fumaria privata o condominiale? Chi è il proprietario effettivo? Esistono servitù o altri diritti registrati?
Il secondo passo è la verifica della propria competenza: l’amministratore può decidere autonomamente, serve una delibera assembleare, oppure bisogna coinvolgere necessariamente il proprietario dell’impianto?
Il terzo passo riguarda la documentazione: è fondamentale mettere per iscritto la propria valutazione, conservare tutti i documenti consultati e registrare chiaramente le motivazioni che hanno portato a una determinata decisione.
Il quarto e ultimo passo, da attuare in caso di dubbi, è la consultazione di esperti qualificati, che si tratti di tecnici per gli aspetti strutturali o di legali per le questioni di competenza e responsabilità.
Quando È Indispensabile l’Assistenza Legale
Alcune situazioni richiedono necessariamente l’intervento immediato di un avvocato specializzato. Non bisogna mai aspettare che il problema si ingrossi o sperare che si risolva da solo.
È fondamentale chiamare subito un legale quando si riceve un’ordinanza di rimozione da parte del Comune, quando l’assemblea ha deliberato la rimozione di una canna fumaria che potrebbe essere di proprietà privata, quando un condomino minaccia di intentare una causa, o quando si sono verificati incidenti o danni a persone.
Una telefonata di chiarimento con un professionista qualificato può davvero fare la differenza tra la risoluzione pacifica di una controversia e anni di cause costose e stressanti.
La Realtà dei Costi. Agire subito
I numeri parlano chiaro: commettere un errore nella gestione delle canne fumarie può costare decine di migliaia di euro tra risarcimenti e spese legali, senza contare il tempo perso e il danno reputazionale. Al contrario, investire in consulenze preventive e in una corretta documentazione comporta costi molto contenuti e rappresenta la migliore assicurazione professionale.
Il consiglio per ogni amministratore è di iniziare immediatamente un’analisi sistematica di tutte le canne fumarie presenti nei condomini gestiti, classificando ciascuna come privata o condominiale e identificando i casi dubbi che richiedono approfondimenti.
La differenza tra un amministratore di successo e uno che si trova costantemente nei guai è spesso solo una questione di metodo: dedicare sempre qualche minuto alla verifica prima di prendere decisioni importanti.
Le canne fumarie possono sembrare un dettaglio tecnico secondario, ma in realtà possono determinare il successo o il fallimento di una carriera professionale. Ora che conosci i rischi e gli strumenti per evitarli, sta a te decidere se utilizzarli.



